Corrado Bonomi


Corrado Bonomi (Novara, 1956), ha alle spalle una lunga carriera di personali e collettive in Italia e nei principali spazi pubblici, istituzionali e privati europei.


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L'artista

 

Corrado Bonomi è nato il 20 marzo 1956 a Novara, dove vive e lavora.

Dopo una formazione da autodidatta, esordisce nel 1983 con una personale alla galleria Il Mercante di Milano dove incontra Narciso Bonato, il suo primo collezionista e sostenitore. Inizia il suo percorso espositivo in Germania nel 1995, a Mannheim, in occasione del progetto Plastische Objekte Bilder alla Halskratz Galerie dove incontra Angelo Falzone, proprietario della galleria e primo animatore del gruppo del Concettualismo ironico italiano, a cui Bonomi aderisce. La prima mostra del gruppo viene presentata negli spazi Telekom-Verwaltungsgebäude di Mannheim per poi essere riproposta l’anno seguente al Kunstverein Freiburg di Friburgo. Nel 1995 prende parte alla rassegna Das Spiel in der Kunst, a cura di Chiara Bertola. La mostra viene proposta nella doppia sede di Graz, alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, e Bolzano, alla Galleria Museo AR/GE KUNST. Nel 1998 partecipa alla mostra Artfiction Junge Kunst aus Italien organizzata a Kiel alla Stadtgalerie im Kulturviertel / Sophienhof.

Risale alla fine degli anni Novanta l’incontro con il collezionista Volker Feierabend, animatore e fondatore della Fondazione VAF con cui Bonomi collabora nel corso della sua carriera attraverso il MART di Trento e Rovereto e lo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe. Nel 2003 partecipa inoltre al concorso della Fondazione Nel 1998 realizza, su commissione pubblica, l’installazione Non omnis moriar, per il museo di scultura sardo “Su logu de s’iscultura” a Tortolì, precedentemente realizzata per il MART e successivamente acquisita, a cui segue un’installazione permanente per il Museo d’arte urbana di Torino e nel 2003 per la città di Vittorio Veneto.

Nel 1995, inizia la collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli. Nel 1997 collabora col museo “Erre come… conoscere e giocare con i rifiuti” a Torino, con cui pubblicherà un manuale- catalogo. Nello stesso anno lavora anche col museo A come Ambiente di Torino. Nel 2000 è docente presso la Scuola di Design “Futurarium” di Milano.

Nel 2002 prende parte a Una Babele postmoderna negli spazi della Galleria San Lodovico e di Palazzo Pigorini di Parma; nello stesso anno a Interni italiani, mostra itinerante che viene proposta a Lisbona, Praga e Berlino. Espone nel 2004 alla Biennale d’arte del Piemonte curata da Edoardo Di Mauro, dove tornerà nelle successive edizioni del 2007, 2008 e 2014. Nel 2005 è tra i vincitori della prima edizione del Premio Fabbri per l’arte con una Fatina intenta a pescare in uno dei famosi vasi di amarena. Nel 2009 partecipa alla mostra Kinder Art, ospitata dalla Triennale Bovisa di Milano. Nel 2010 prende parte a La scultura italiana del XXI secolo a cura di Marco Meneguzzo, nella sede della Fondazione Pomodoro di Milano, e nel 2012 viene invitato da Gillo Dorfles alla mostra Oggi il kitsch alla Triennale di Milano. Nel 2010 collabora con il Museo Ritter di Waldenbuch dove prende parte alla collettiva sul tema del quadrato Hommage an das Quadrat; la copertina del catalogo presenta la sua opera, il Regalo impossibile. Fa ritorno a Waldenbuch nel 2012 per la rassegna Art with chocolate e nel 2022 per Tutto bene! Italian Art from the Marli Hoppe-Ritter Collection.

Nel 2016 partecipa a Nature, art and ecology, a cura di Margherita De Pilati alla Galleria Civica di Trento. Nel 2020 espone nell’ambito della mostra La rivoluzione siamo noi, a cura di Alberto Fiz, presso lo spazio XNL di Piacenza. Nel 2021 ha realizzato un mappamondo dal titolo Biomotoperpetuo nell’ambito del progetto Weplanet: 100 globi per un futuro sostenibile, esposta all’ospedale Niguarda di Milano. Nel 2022, la città di Cannobio ha scelto alcune sue installazioni, assieme a quelle di Gianni Cella, per Riflessioni plastiche. Il gioco delle cose che diventano arte, mostra diffusa a cura di Fabrizio Parachini.